Quando c'è libertà, vivi
Ognuno di noi vede la libertà in maniera diversa: dipende da come abbiamo vissuto, dalle emozioni che stiamo provando, da ciò che stiamo passando.
Mentre sto scrivendo, sono in preda all’ormai noto virus Covid-19. La sensazione che ho, quella di essere incastrata in casa, mi porta a ragionare su quelle piccole cose che abbiamo sempre avuto e alle quali prima non davamo il giusto valore: ad esempio, la libertà di fare una passeggiata e di portare i nostri figli al parco o semplicemente di poter uscire di casa senza la preoccupazione di rappresentare un rischio per gli altri.
In questi ultimi quindici mesi, mi sono ritrovata a dover rivoluzionare la mia vita, proprio perché mi mancava la mia libertà, che è sempre stata molto importante per me.
Oltre un anno fa, infatti, l’inizio della pandemia mi ha costretta a chiudere temporaneamente la mia attività, perché non rientrava in quelle considerate essenziali. Questo cambiamento improvviso mi ha tolto parte della mia libertà, non soltanto per il fatto di dover stare chiusa in casa, ma soprattutto perché non ho più avuto quella mia autonomia economica, che mi permetteva di essere libera di fare progetti nel mio presente per il mio futuro.
Per fortuna, però, poco tempo prima della chiusura, mi era stata proposta un’opportunità, che per me ha poi rappresentato una vera e propria salvezza, perché mi ha permesso di avere quell’entrata economica che la mia attività tradizionale, invece, non poteva darmi. In quel periodo, infatti, la mia libertà era racchiusa nella possibilità di fare la spesa e di comprare ciò di cui la mia famiglia aveva bisogno.
Perché scrivo di questa esperienza? Perché mi ha aiutata ad aprire gli occhi su ciò che è realmente la vita e su che cosa voglio davvero. Per anni, infatti, ho lottato per la mia attività e per la mia autonomia, nonostante tutto ciò che comportassero: lavoravo giornate intere, anche quando stavo male, pur di riuscire a coprire le spese, lasciando mio figlio dalla baby-sitter o dai nonni, quando non era possibile lasciarlo all’asilo, perdendomi quei momenti che, purtroppo, non torneranno indietro.
Ma che cos’è davvero la libertà, se lavoriamo 12 ore al giorno? E che cos’è davvero l’autonomia, se abbiamo un centinaio di clienti come capi?
Se sei un dipendente, infatti, lavori per il sogno di qualcun altro. Se, invece, sei un professionista o un autonomo, in realtà scopri ben presto che non è vero che non hai un capo: i tuoi clienti diventano centinaia di capi, perché alla fine lavori per le emergenze e per le scadenze che ti impongono loro e, quindi, non sei davvero libero fino in fondo.
Questo fantastico progetto mi ha aiutata, inoltre, a sviluppare una visione diversa del mio presente e, di conseguenza, del mio futuro: non ho soltanto la possibilità di lavorare da casa e, quindi, di gestire il mio tempo in modo da crescere mio figlio al meglio, ma posso anche decidere io quanto vale il mio lavoro, senza dover dare questo potere in mano a nessun altro.
Oggi come un anno fa, sono di nuovo chiusa in casa, ma con appunto una visione diversa, perché ho capito che dovevo e che volevo cambiare la mia vita: ho deciso di chiudere definitivamente la mia attività per dedicare tutte le mie energie a questo fantastico progetto! Inizialmente non è stato facile, perché ero abituata ad uscire di casa presto la mattina, lavorare per molte ore e tornare a casa tardi il pomeriggio. Adesso, però, ho cambiato le mie abitudini e ho persino creato un piccolo spazio in casa, dove potermi dedicare alla mia nuova attività.