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Sappiamo cosa beviamo? Qual è la differenza tra acqua minerale e quella dell’acquedotto?


Cosa esce dal rubinetto e cosa c'è in bottiglia???

Facciamo una piccola ma non banale premessa.

Prima differenza: categoria normativa.


Per la legge italiana, l’acqua minerale (in bottiglia) non è classificabile come acqua potabile (acqua dell'acquedotto) ma come acqua terapeutica, secondo il decreto legislativo n.176 dell’8 ottobre 2011.
Per cui, già a livello normativo, le acque minerali devono rispettare parametri meno rigidi rispetto all’acqua potabile dell’acquedotto: possono, ad esempio, avere un residuo fisso superiore a 1500mg/l o possono contenere fino a 50mg/l di arsenico, mentre il limite per l’acqua di acquedotto è di 10mg/l. Questo perché le acque minerali erano una volta vendute in farmacia e si consumavano per particolari esigenze mediche. Le abitudini si sono poi modificate e l’acqua minerale ha iniziato ad essere consumata quotidianamente, mentre la normativa non è stata aggiornata.



Seconda differenza: i controlli.


In Regione Piemonte, l’acqua potabile viene valutata in base al Decreto Legislativo 31/01, emanato in attuazione della Direttiva 98/83/CE, che definisce i punti di prelievo, i parametri da determinare e i limiti di legge. In base all’art. 7 del decreto, il Gestore dell’acquedotto è tenuto ad effettuare i controlli interni, per monitorare il processo di potabilizzazione, quindi per garantire la qualità dell’acqua prodotta e la sua sicurezza igienica; la pianificazione del controllo è strutturata in modo da evidenziare tempestivamente situazioni fuori norma o a elevato rischio, al fine di stabilirne le cause ed effettuare le opportune misure di intervento. I controlli esterni sono svolti invece dai servizi di Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) delle ASL territorialmente competenti per verificare che le acque destinate al consumo umano soddisfino i requisiti stabiliti, sulla base di programmi elaborati secondo i criteri generali dettati dalla Regione Piemonte. 
Oltre ai prelievi per le analisi dell’acqua, che vengono poi eseguite dai laboratori Arpa, le ASL effettuano controlli ispettivi per esaminare le condizioni strutturali e funzionali degli acquedotti.
Qualora i risultati delle analisi o delle ispezioni risultino sfavorevoli, i SIAN emettono atti di prescrizione, quali proposte al Sindaco di ordinanze cautelative, richieste all’Ente Gestore di adeguamenti strutturali, di installazione di impianti di trattamento o altri interventi necessari al ripristino della qualità dell’acqua.
Le ASL sono inoltre istituzionalmente preposte all’irrogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie stabilite per legge nel caso in cui l’Ente Gestore non ottemperi alle prescrizioni impartite.

Ma vediamo ora un po' di dati concreti...Nel solo anno 2017, le analisi (di tipo chimico-microbiologico-fisico) sulle acque potabili e da potabilizzare sono state di n. campioni 10.200 (per le analisi chimiche), 9.753 (per le analisi microbiologiche), n. 240 (per quelle fisiche)_Source: ARPA PIEMONTE

Le acque minerali, invece, provengono generalmente da fonti di montagna considerate meno inquinate e non subiscono tutti i trattamenti di depurazione che spettano all’acqua della città.

Le analisi chimiche e batteriologiche dell’acqua in bottiglia possono essere eseguite, per legge, una volta ogni 5 anni. La differenza nei controlli sull'acqua potabile, cioè quella che esce dal rubinetto di casa e quella che compriamo nella bottiglia di plastica è spaventosa..