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L'ACQUA È UN BENE COMUNE E PREZIOSO. ALLORA PERCHÈ PER BERLA LA PAGHIAMO?

Composta chimicamente da due atomi di idrogeno e un atomo di ossigeno, l’acqua costituisce da sempre una risorsa indispensabile per la sopravvivenza dell’uomo e di tutti gli organismi viventi sul nostro pianeta. È una fonte preziosa ed essenziale di sostentamento ma non a tutti accessibile, nonostante ricopra la maggior parte della superficie terrestre. Spesso, infatti, pur essendo un bene irrinunciabile per la vita, la proprietà e gestione dell'acqua, delle infrastrutture e dei servizi idrici è oggetto di questioni di diritto e di politica. 


L’Italia è una grande consumatrice di bottigliette d’acqua, siamo infatti al primo posto tra i paesi europei e al terzo posto nella classifica mondiale dopo Emirati Arabi e Messico. Un controsenso se pensiamo che l’Italia è tra i paesi con maggior presenza di fonti naturali di acqua potabile del mondo!

Sarà una banale coincidenza o il frutto di una volontà politica?


Quando il consumatore acquista una bottiglietta d’acqua in media solo lo 0,1% del prezzo riguarda la materia prima cioè l’acqua, ben l’80,6% invece è rappresentato dal costo della bottiglia, l’11,3% l’etichetta, l’8% il tappo, se non si considera il mero prezzo del marchio dell’azienda. 
Questo avviene perché la quota per la concessione della fonte da cui prelevare l’acqua richiesta a queste aziende private di imbottigliamento è veramente minima e irrisoria rispetto ai guadagni finali che queste ricavano. 


Il prezzo di una bottiglia d’acqua quindi può essere da 500 a 1.000 volte superiore a quello dell’acqua di rubinetto: se in media 1 litro d’acqua in bottiglia costa 30 centesimi, 1 litro di acqua di rubinetto viene 0,001 centesimi.

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